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I 5 assiomi della comunicazione per imparare a comunicare meglio

La comunicazione è sempre stata un aspetto cruciale delle relazioni umane. Avere una comunicazione efficace permette di essere compresi e di raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo con l’atto comunicativo


Come comunichi, ogni giorno? “Con ogni comportamento” è la risposta giusta. Ma sai cosa vuol dire veramente questo?

La comunicazione è sempre stata un aspetto cruciale delle relazioni umane. Avere una comunicazione efficace permette di essere compresi e di raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo con l’atto comunicativo.

Ciò significa che siamo dei comunicatori efficaci se possediamo un repertorio adeguato di capacità interpersonali e comunicative per mezzo delle quali riusciamo a stabilire, mantenere, promuovere efficienti relazioni interpersonali nei nostri contesti relazionali/sociali/lavorativi.


Che cosa significa comunicare?

Il termine comunicazione deriva dal latino com, cioè con, e munire, cioè legare e indica il trasferimento di informazioni.

Nel suo significato originale, comunicare significa mettere in comune, cioè condividere pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti con gli altri. attraverso i linguaggi verbali (scritto e orale) e i linguaggi non verbali (mimica, espressione del volto, postura del corpo, colori, suoni, ecc.)


Tipi di Comunicazione

È possibile distinguere tre diversi tipi di comunicazione:

Comunicazione verbale
Riguarda la scelta delle parole e la costruzione logica delle frasi, secondo le strutture grammaticali e sintattiche della propria lingua. La comunicazione verbale (CV) utilizza un codice digitale fatto di segni arbitrari, cioè di simboli utilizzati convenzionalmente per designare una determinata parola. È il livello che indica ciò che si dice o, nel caso della comunicazione scritta, ciò che si scrive.

Comunicazione non verbale
La CNV comprende tutto ciò che comunichiamo all’altra persona al di fuori della parola. Riguarda tutto quello che si trasmette attraverso la propria postura e i propri movimenti o attraverso la posizione che si occupa nello spazio. Comprende inoltre mimiche facciali, sguardi, gesti e posture, ma anche andature e abbigliamento. È il cosiddetto linguaggio del corpo.

La comunicazione non verbale (CNV) utilizza un codice analogico, riproducendo per immagini ciò a cui fa riferimento.

Comunicazione paraverbale
Riguarda la voce (tono, volume, ritmo), ma anche le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore, come ad esempio tamburellare sul tavolo o emettere suoni. Riguarda il modo in cui la comunicazione viene espressa. Nel messaggio scritto la comunicazione paraverbale riguarda l’uso della punteggiatura, che ha lo scopo di inserire il ritmo della frase.

Sia il non verbale che il paraverbale inviano messaggi spesso inconsapevoli e di tipo emotivo.


Scuola di Palo Alto: i 5 Assiomi della Comunicazione Umana di Paul Watzlawick

Nel 1967, lo psicologo Paul Watzlawick e altri importanti esponenti della Scuola di Palo Alto pubblicarono l’esito delle loro importanti ricerche in Pragmatica della comunicazione umana*, volume che tuttora rappresenta il principale punto di riferimento nel mondo della comunicazione interpersonale.

Secondo gli autori gli esseri umani comunicano tutti i giorni, attraverso parole o gesti, più o meno consapevolmente, per descrivere fatti ed eventi e per intraprendere relazioni sociali.

Gli assiomi, nel linguaggio filosofico e matematico, sono delle verità evidenti e indiscutibili alla base di numerose dimostrazioni e teoremi.

Paul Watzlawick, J. H.Beavin e D. D. Jackson definiscono gli assiomi della comunicazione come: “alcune proprietà semplici della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali”.

I tre studiosi ne hanno individuati cinque. Vediamoli brevemente e cerchiamo di capire le loro influenze sulla comunicazione.



1°Assioma: non si può non comunicare

La non-comunicazione è impossibile, perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa di noi ed è impossibile avere un non-comportamento.

Il comportamento ha dunque valore di messaggio.

Anche una persona passiva e silenziosa trasmette la volontà di non comunicare e sta comunque inviando un messaggio. Comunica di non voler comunicare.

La comunicazione può essere dunque involontaria, non intenzionale, non conscia e anche inefficace, ma avviene comunque.


2°Assioma: All’interno di ogni comunicazione si possono individuare due livelli, contenuto e relazione

Il primo livello è quello del contenuto, e dice “cosa” stai comunicando; il secondo è quello della relazione, e indica il “tipo di relazione” che vuoi instaurare con la persona a cui ti rivolgi. I messaggi che gli esseri umani si scambiano tra loro non possono essere considerati semplici trasmissioni di informazioni. Oltre al contenuto oggettivo del linguaggio, ossia i dati che esso trasmette in superficie, c’è anche un aspetto che definisce la relazione stessa dei soggetti interessati. In sostanza, conta “che cosa diciamo” e anche “come lo diciamo”. Ogni comunicazione comporta di fatto un aspetto di metacomunicazione che determina la relazione tra i comunicanti. Per esempio, la mamma che ordina al bambino di rimettere a posto la camera esprime – oltre al messaggio Oppure la frase “Chiudi la porta” esprime un contenuto (la richiesta di chiudere la porta), ma potrebbe essere detta con tono pacato o aggressivo, stabilendo due tipi di relazioni diverse con l’interlocutore.


3°Assioma: la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura della sequenza degli eventi

Il terzo assioma spiega che il modo di interpretare una comunicazione dipende da come viene punteggiata (o ordinata) la sequenza delle comunicazioni fatte.

Queste diverse interpretazioni dipendono dalla punteggiatura della sequenza degli eventi, ossia dal modo in cui ognuno tende a credere che l’unica versione possibile dei fatti sia la propria. Per esempio, di fronte a un uomo che si chiude in se stesso e alla moglie che lo brontola, il primo potrebbe dire che si chiude perché la moglie lo brontola, e la seconda potrebbe ribattere che lei lo brontola perché lui si chiude. A seconda della “punteggiatura” usata cambia il significato dato alle comunicazioni e alla relazione.

Nella vita di coppia, per esempio, il rischio è quello di osservare la situazione esclusivamente dal proprio punto di vista, usando cioè la propria punteggiatura e non riuscendo a cogliere quella dell’altro.

La punteggiatura (o, semplicemente, il punto di vista) determina i comportamenti ed è quindi alla radice dei conflitti di relazione.


4°Assioma: la comunicazione avviene attraverso i canali verbali e non verbali. Il primo utilizza modalità digitali, il secondo criteri definiti analogici

L’assioma stabilisce che tutte le comunicazioni utilizzano due moduli, quello verbale, definito numerico o logico e quello non verbale o analogico.

Il modulo verbale è legato al contenuto del messaggio e quindi alle parole ed ha lo scopo prevalente di scambiare informazioni sugli oggetti e sulla conoscenza; è assertivo ed esplicito.

La comunicazione analogica è invece legata al linguaggio non verbale e quindi all’aspetto di relazione. Si riferisce ai gesti, alla mimica facciale, alla postura, al tono di voce, alla ritmica e alla modulazione del linguaggio e rivela principalmente la natura della relazione con gli altri soggetti.

I due sistemi sono congruenti tra loro, ed è questo un elemento a cui facciamo riferimento nel corso delle nostre interazioni con gli altri.

Se una persona afferma di essere interessata a ciò che stiamo dicendo, ma guarda altrove, si verifica una discrepanza tra il contenuto e la forma che mina l’esito della conversazione stessa.


5°Assioma: Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.

Sono simmetriche e si definiscono “up-up” le comunicazioni caratterizzate da uguaglianza sociale, affettiva o di ruolo (moglie e marito, compagni di classe, amici, fratelli).

Sono invece complementari o asimmetriche e si definiscono anche “up-down” gli scambi comunicativi basati sulla differenza di posizione. Le interazioni complementari avvengono quando la posizione di uno dei due interlocutori è considerata da entrambi differente, in funzione, per esempio, del ruolo, della competenza, dell’esperienza.

È opportuno sottolineare che nessuna delle due modalità di comunicazione può essere definita, in assoluto, “buona” o “cattiva” perché sono modulate sulla rete di relazioni valoriali oggettive. Infine, si può ancora osservare che talvolta, le relazioni complementari possono trasformarsi in simmetriche. Ciò accade, ad esempio, quando un figlio diventa adulto, un militare, da sottoposto, diventa parigrado, un allievo diventa insegnante.

Concludendo, l’impossibilità di non comunicare rende comunicative tutte le situazioni interpersonali che coinvolgono due o più persone.

L’ambiguità, spesso inevitabile, si forma proprio nei problemi di traduzione da un modulo all’altro che il trasmettitore e il ricevitore devono affrontare.



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Commenti

Lilia
Lilia
Vorrei concludere questa relazione ma non riesco ad andarmene per paura di ciò che verrà dopo.
Economicamente sono debole e perderei tutto ciò che avevo costruito per la serenità dei miei figli.
Lui mi ha tradita, ingannata, trattata senza rispetto tante volte, altre volte ha cercato di dimostrare di essere un uomo presente.
Ora stiamo facendo un percorso psicologico per.il bene dei nostri figli.
Se non fosse per i bimbi sarei già andata via anni fa.

Piexe
Piexe
Stessa situazione di Erika (primo commento). Separazione con figlio piccolo. Lei probabilmente non mi ama a più da tempo ma è scoppiata quando abbiamo comprato casa lontano dai suoi genitori.
Il bambino è pure per me l'unico momento di gioia.
Dicono che con il tempo si superi.. non credo sia realmente vero se ci sono in mezzo bambini..

Erika
Erika
Mi sono separata da maggio di questo anno.
All inizio non mi sembrava vero.
Abbiamo un bambino insieme e ci dobbiamo vedere per forza.
Lui vuole stare da solo ed è cambiato con me, credo che non sia innamorato, anzi ne sono sicura. Io soffro per questo. Inoltre mi sento tanto sola ed ho perso interesse per molte cose che prima mi davano carica. Solo mio figlio mi rende felice. Ma io dentro sento inquietudine. Non posso sapere quanto durerà questo sentimento che mi opprime, lo sento alla bocca dello stomaco.

Tiziana
Tiziana
Descrizione molto chiara e precisa di grande aiuto ,,,semplice e ben fatta.

Irena
Irena
Volevo capire come si può smettere di mangiarmi le unghie grazie mille

Serena
Serena
Bellissimo articolo dottoressa, i miei più vivi complimenti. Condivido pienamente.

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