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Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge-eating Disorder)

Chi ne soffre è spesso in sovrappeso e cerca ripetutamente di seguire una dieta senza riuscirci, mangia in tempi brevi al di là della reale sensazione di fame.

Il Disturbo da Binge Eating (BED) o disturbo da alimentazione incontrollata] nel 2013 è stato riconosciuto come categoria diagnostica distinta all'interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).

Il Disturbo da Binge Eating è un disturbo della nutrizione e dell'alimentazione caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate, con una sensazione di perdita di controllo, a cui non seguono condotte di eliminazione quali vomito auto-indotto, lassativi, digiuno, attività fisica (come invece accade nella bulimia).

Chi ne è affetto è quasi sempre obeso o in notevole sovrappeso e soffre psicologicamente per questa condizione. Molti cercano ripetutamente di seguire diete finalizzate alla perdita di peso senza riuscirci, ricavandone una profonda frustrazione. Circa la metà delle persone affette da disturbo da binge-eating soffre anche di depressione, insorta precedentemente o successivamente allo sviluppo del disturbo alimentare.

Al di là del disagio psichico associato, la condizione di obesità che ne deriva comporta un significativo aumento del rischio cardiometabolico complessivo e tutta una serie di complicanze specifiche (ipertensione, dislipidemie, diabete, problemi muscoloscheletrici, alterazioni ormonali, disfunzioni sessuali, difficoltà cardiorespiratorie, apnee notturne, ecc.).


Sintomi e diagnosi del binge eating disorder

Di fronte ad una persona obesa o in forte sovrappeso lo specialista può facilmente emettere una diagnosi di disturbo da binge-eating analizzando le caratteristiche del comportamento alimentare e il livello di accettazione della sua condizione fisica. La presenza di abbuffate ripetute almeno una volta alla settimana per almeno tre mesi, caratterizzate dall'ingestione compulsiva di grandi quantità di cibo in tempi relativamente brevi e a prescindere da una reale sensazione di fame e l'impossibilità di seguire diete ipocaloriche, nonostante un sincero desiderio di perdere peso, sono chiari segnali che la persona soffre di questo disturbo alimentare.
Come nel caso della bulimia, le abbuffate vengono effettuate in solitudine, sono associate alla sensazione di perdita di controllo sulle quantità di cibo assunto e terminano soltanto in seguito a una sensazione di pienezza eccessiva e sgradevole.
Mancando il comportamento compensatorio e di eliminazione, inoltre, le abbuffate sono immediatamente seguite da malessere fisico e psicologico, con forte senso di frustrazione, disgusto verso se stessi e riduzione dell'autostima. La diagnosi è rafforzata dall'evidenza di sintomi depressivi.


Le cause

Come per l'anoressia e la bulimia, l'origine del disturbo da da binge-eating è complessa ed è legata non solo ad una predisposizione genetica, ma anche ad una serie di fattori personali, familiari, sociali e ambientali sfavorevoli.
I fattori di rischio sono gli stessi per tutti i disturbi del comportamento alimentare, quali: la presenza di un membro della famiglia a dieta per un qualsiasi motivo; critiche di familiari su alimentazione, peso o le forme corporee; episodi di vita in cui si è stati presi in giro sull'alimentazione, il peso o le forme corporee; obesità dei genitori; obesità personale nell'infanzia; frequentazione di ambienti che enfatizzano la magrezza (es. danza, moda, sport); disturbi dell’alimentazione in famiglia.


Trattamento del Disturbo da Binge-Eating

Per assicurare al paziente buone probabilità di ottenere un recupero efficace, sicuro e duraturo è essenziale prevedere un approccio multidisciplinare, basato sul coinvolgimento coordinato del medico internista (qualora fosse alto il livello di obesità e ci fossero anche disturbi organici), del dietologo (per definire un piano alimentare adeguato alla consistente perdita di peso necessaria) e dello psicoterapeuta (per correggere i modelli mentali e comportamentali tipici del disturbo).

Di grande efficacia si rivela il trattamento con la psicoterapia EMDR, anche nei casi più gravi. Considerando che, tra i fattori che determinano l’insorgenza della sintomatologia depressiva e della perdita di controllo vi siano eventi di vita avversi, stressanti, drammatici non sufficientemente rielaborati che esercitano la loro influenza negativa sui pensieri, sulle emozioni e sul comportamento delle persone che ne vengono travolte, attraverso il lavoro con l'EMDR è possibile individuare, desensibilizzare gli eventi di vita stressanti e traumatici antecedenti connessi con la sintomatologia depressiva così da integrarli in una rete mnestica più funzionale.

Ciò porta di conseguenza ad una destrutturazione delle cognizioni negative e svalutanti (es. "non vado bene", "non sarò mai felice", "sono malato", "sono solo") e parallelamente al rafforzamento di risorse e cognizioni positive maggiormente adattive (es. "vado bene", "Posso stare bene").

Via via che la psicoterapia procede, la persona impara a ridefinire il proprio rapporto con il cibo e a reagire in modo più costruttivo agli stimoli negativi che incontra nella vita quotidiana e che rappresentano il principale fattore scatenante delle abbuffate. Impara quindi a riconoscere e ed esprimere i propri bisogni ed emozioni, sviluppa una migliore stima di sè e un buon senso di efficacia personale.

Pubblicato su Tablò, Giornale di Acerra, Gennaio 2017



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