Il terremoto che ha devastato il Centro Italia è tutt'ora un argomento attuale. Le immagini che abbiamo e continuiamo a vedere in televisione generano molti dubbi e angoscia non solo negli adulti, ma ancor più nei bambini. Sia che si tratti di bambini che stanno vivendo in prima persona questo trauma sia che vedano le immagini in TV, far finta di nulla è controproducente, perché alimenta in loro paura e insicurezza. Situazioni drammatiche come guerre, attentati o catastrofi naturali sono eventi che arrivano anche ai loro occhi e alle loro orecchie. Per questo è importante trovare il tempo e le parole adeguate per spiegare questi eventi traumatici, ascoltare le loro domande, anche se ripetitive e insistenti e rispondere con sincerità.
Una prima indicazione fondamentale è spiegare ai bambini che nonostante la paura che ci trasmette il terremoto, ci sono molte persone esperte che sono in grado di aiutarci: vigili del fuoco, protezione civile, medici, croce rossa, ovvero tranquillizzarli sul fatto che non sono soli. Va detto loro il terremoto è un evento naturale che si può affrontare, perché esistono precauzioni e comportamenti da seguire, che ci salvano la vita.
A tale proposito la Protezione Civile viene incontro a genitori e insegnanti con un progetto didattico delle sezioni di Bastia Umbra e di Pietralunghese realizzando un cartone animato su come comportarsi in caso di evento sismico a casa, a scuola e negli spazi aperti. Si chiama “Civilino e il terremoto” e si trova facilmente in rete.
Anche Save The Children, al fine di fornire ai bambini il necessario supporto psicologico, ha messo a punto delle linee guida sulla protezione dei minori, utilizzate a livello internazionale nei contesti di emergenza. Le riportiamo di seguito:
- Evitare che i bambini stiano troppo davanti alla televisione: continuare a veder immagini del disastro non aiuta i bambini a superare il trauma, perché potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e pensare che l’evento catastrofico sia ancora in corso.
- Ascoltare attentamente i bambini: prima di fornire loro informazioni, cercare di capire qual è la percezione dell’evento e quali i loro interrogativi in merito. Iniziare a dialogare con loro per fornire delle spiegazioni chiare di quanto accaduto, che siano comprensibili in base all'età, lasciando che esprimano le proprie preoccupazioni e tranquillizzarli.
- Rassicurare i bambini e fornire loro il primo supporto psicologico: rasserenarli spiegando loro quello che si sta facendo per proteggerli, nonché informarli che durante un’emergenza la cosa che si considera prioritaria è aiutarli, affinché si sentano al sicuro.
- Accettare l’aiutodi esperti: in caso di vittime in famiglia è importante considerare di rivolgersi a personale specializzato per aiutare sia i bambini che gli altri membri della famiglia a superare il trauma della perdita. Inoltre, anche se non hanno sperimentato direttamente questo shock, bisogna considerare che i bambini possono essere stati turbati da scene che hanno visto o storie che hanno ascoltato. I genitori devono prestare particolare attenzione ad ogni cambiamento significativo nelle abitudini relative a sonno, nutrizione, concentrazione, bruschi cambiamenti d’umore, o frequenti disturbi fisici senza che ci sia un’apparente malattia in corso, e in caso questi episodi non scompaiano in un breve lasso di tempo, si consiglia di rivolgersi a personale specializzato.
- Aspettarsi di tutto: non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo ad eventi traumatici e con lo sviluppo, le capacità intellettuali, fisiche ed emozionali dei bambini cambiano. Se i più piccoli dipendono dai propri genitori per avere la chiave d’interpretazione di quanto accaduto, quelli più grandi e gli adolescenti attingono informazioni da varie fonti. Tener presente che soprattutto gli adolescenti possono essere maggiormente colpiti da queste storie proprio perché in grado di capire meglio. Benché i ragazzi più grandi sembrano avere più strumenti a loro disposizione per gestire l’emergenza, hanno comunque bisogno di affetto, comprensione e supporto per elaborare l’accaduto.
- Dedicare tempo e attenzione: i bambini hanno bisogno di sentire che gli adulti di riferimento sono loro particolarmente vicini e di percepire che sono salvi e al sicuro. È fondamentale parlare, giocare con loro e soprattutto ascoltarli, trovare il tempo per svolgere apposite attività con i bambini di tutte le età, leggere loro storie o cantare l’abituale ninnananna per farli addormentare.
- Essere un modello: i bambini imparano dai grandi come gestire le emergenze. Occorre essere attenti ad esprimere le proprie emozioni di fronte ai bambini a seconda della loro età.
- Imparare dall’emergenza: anche un evento catastrofico può essere un’opportunità di far capire ai bambini che tutti viviamo in un mondo dove possono accadere queste cose e che in questi momenti è essenziale aiutarsi l’un l’altro.
- Aiutare i bambini a ritornare alle loro normali attività: quasi sempre i bambini traggono beneficio dalla ripresa delle loro attività abituali, dal perseguire i propri obiettivi, dalla socialità. Quanto prima i bambini ritorneranno al loro ambiente abituale e meno si continuerà a parlare del sisma, più riusciranno a superare velocemente il trauma.
- Incoraggiare i bambini a dare una mano: aiutare gli altri può contribuire a dare ai bambini un senso di sicurezza e controllo sugli eventi. Soprattutto gli adolescenti possono sentirsi artefici di un cambiamento positivo. È pertanto importante incoraggiare i bambini e i ragazzi a dare il loro aiuto.
All'interno del gruppo "Carma Studio", con sede in Acerra, è attiva un'equipe di esperti per l’infanzia e l’adolescenza per aiutarvi a gestire l'emergenza.
Inoltre, attraverso la psicoterapia EMDR, siamo equipaggiati per lavorare direttamente sui ricordi traumatici e risolvere nel minore tempo possibile la sintomatologia post traumatica da stress.
Pubblicato su Tablò, Giornale di Acerra, Novembre 2016
Lascia un commento
Il tuo indirizzo email non sarà pubbblicato